Capiamo insieme cosa NON è il Digital Marketing.

Facciamolo, partendo da un fatto realmente accaduto. Da un caso di (in)successo.

Lo scorso anno, proprio di questo periodo, una mia amica mi chiama dicendomi che il suo psicologo voleva “fare il sito internet” (cito testualmente, non me ne vogliate).

Presi i riferimenti, fisso un appuntamento con la sua segretaria di li a pochi giorni.

“Mi raccomando, il professore potrà dedicarle al massimo una ventina di minuti. Capisce…deve rinunciare a una visita per riceverla…”

E già a quel punto, se non fosse stato che il contatto veniva da un’amica, avrei risposto di non preoccuparsi e di tornare a impiegare quei venti minuti per cose più nobili.

Ad ogni buon conto, mi presento all’appuntamento in perfetto orario e la solerte segretaria mi fa accomodare in una immensa sala di attesa completamente bianca con le poltroncine disposte lungo tre lati del perimetro.

Tutte le pareti spoglie ad eccezione di quella libera da poltroncine dove regnava incontrastata la proiezione, proveniente dal soffitto, di uno slideshow.

Tutte foto dell’illustre professore ritratto in vari contesti accademici e sportivi, intento a stringere mani a favore di camera o a pavoneggiarsi in completo da tennis o in muta da surf, il tutto accompagnato dall’ultimo album dei Coldplay.

Dopo solamente venti minuti di attesa, vengo fatto accomodare e ho il piacere di entrare nel Sancta Sanctorum del Prof.

Uno studio dove l’autocelebrazione raggiungeva l’apice: a differenza della sala di attesa, qui le pareti erano dense di attestati, partecipazioni a seminari e convegni, oltre alle copie stampate e incorniciate delle foto proiettate nell’anticamera.

Non facciamo in tempo a sederci e io ad aprire il mio blocco degli appunti che lui esordisce dicendo:

“Non perdiamo tempo che già sono in ritardo. Io voglio fare un sito visto che tanti miei colleghi, anche meno illustri di me lo hanno, e stanno ricevendo tanto interesse.”

“Bene…” rispondo “…e cosa ci mettiamo?” con lo stesso atteggiamento di un cameriere alle prime armi che viene a prenderti un ordine al tavolo.

“Ah, non saprei…anzi, sì. Quando esce, si faccia dare il mio curriculum dalla segretaria che poi magari le manda anche le foto che utilizziamo in sala d’attesa.”

“Capisco…e quale di queste preferisce?” Chiedendolo con lo stesso tono con cui il cameriere di cui sopra avrebbe chiesto se si gradiva la doppia panna col topping sul gelato.

“Guardi, allora ha capito vero? Ci siamo detti tutto. Mi mandi il preventivo e non si preoccupi che non bado a spese. Passi pure dalla mia segretaria.”

“Sì, sì, ho capito tutto. Solamente un’ultima domanda: i social? Sa, quelli li…facebook, instagram, linkedin?”

“No, meglio di no…tutte c…ate.”

Non andiamo oltre col racconto. Come è andata a finire si fa presto a immaginarlo.

Preparata un’offerta tecnico economica, con tanto di piano di comunicazione dettagliato nei minimi particolari e presentata in tempi record, non è neanche seguita risposta.

Tutto questo per dire in poche righe che cosa NON E’ il Digital Marketing in ambito sanitario (e non solo).

Il Digital Marketing è altro. In estrema sintesi è un collegamento tra il professionista sanitario e i pazienti nel caso specifico e tra chi propone un prodotto o un servizio e la clientela.

Un treno carico di contenuti che corre su binari su un ponte sospeso.

Un ponte i cui pilastri che lo sostengono sono i principi solidi della comunicazione.

Insieme conosceremo questi principi e capiremo come presentare al meglio i contenuti.

A presto!

Walter P.

PS: appena uscito dallo studio del Prof. mi sono scaricato l’album del Coldplay.

A head full of dreams
A head full of dreams
Into life I’ve just been woken
With a head full, a head full of dreams

 

Articolo presente anche su APA Institute